| Sorrisi. Aveva accettato. Aprì la porta con le chiavi, anche se non ci sarebbe stato bisogno, quella lastra di metallo, corrosa dalle intemperie, si manteneva appena in piedi. Andai avanti, proprio come mi aveva chiesto Sumiko. Per i corridoi, c'era una moquette, ingiallita, con alcune macchie scure. Dall'odore poteva essere di tutto. Vomito, birra, sangue. Oh si quelle macchie erano di qualsiasi liquido che potesse puzzare. Iniziai a salire le scale, accertandomi che Sumiko stesse dietro di me. C'era, mi tranquillizzai, credevo che fosse già scappata, quel posto sembrava esser peggio del vicolo precedente. -..Beh, c'è da dire che a Xenda è difficile trovare un posto migliore di questo- cercai di giustificarmi. A terra c'erano dei bambini clandestini, alcuni neri, per la maggiorparte sfigurati e scarni. Un flashback mi venne in mente. Lo scacciai subito. I ricordi erano dolorosi . Mi fermai vicino alla mia porta, differente da tutte le altre. Nuova, senza un solo buco. L'ntera parete del mio appartamento era diversa, senza nemmeno un po' di vernice fuori posto. Accanto, accasciato al muro c'era un bambino, uno dei tanti che vivevano per i corridoi. Aveva dei vestiti leggeri, bucati, attorcigliato su se stesso per il freddo. Gli lanciai ciò che avevo in mano e abbaiai con occhi rabbiosi, scarlatti, lucenti-Sparisci dalla mia vista- il bambino prese gli indumenti della mia vittima, fece un piccolo incino e sparì, tutto con grande velocità. Aprì la porta ed entrai in silenzio.
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